Nel mese di marzo, viene celebrata la giornata mondiale della felicità.
Fu il consigliere speciale dell'Onu Jayme Illien a scegliere la data specifica del 20 marzo, poiché coincide con l'equinozio di primavera, appuntamento sentito da gran parte delle persone.
Ma cos'è la felicità?... definirla è cosa assai difficile.
Per alcuni la felicità è un'emozione, una condizione soggettiva positiva di una condizione. Per altri, è una sorta di stato esistenziale costante, una sensazione di appagamento; per altri ancora, essere felici coincide con il possedere dei valori positivi. Infine, ci sarà qualcuno che dirà che la felicità stia nelle cose piccole ed è costituita da istanti e frammenti che durino in eterno nelle mente e nel ricordo di chi le possiede.
Definire cosa sia la felicità è per chiunque un'impresa complessa. Ed è ardua anche per la scienza!. Il tema della felicità è vasto, come sono vasti i settori che ne hanno discusso: la filosofia, la musica, le arti meditative, il cinema, la poesia e le religioni...
Nel 2021, forse, per essere felice bisogna essere persone "instagrammabili". Persone di successo, fortunate, attraenti, con grande disponibilità economica, popolari e con tanti amici. Non c'è spazio nel 2021 per le emozioni negative come, il fallimento o i momenti di solitudine.
Se da una parte si trova difficile trovare un modo per definire la felicità nella sua completezza, dall'altra, vi sono altrettante difficoltà a starci a contatto.
Avete mai sentito alla radio la canzone della giovane concorrente di X Factor Italia, Martina Attili? La canzone parla di Cherofobia, ovvero la paura di essere felici. Potrebbe sembrare strano che qualcuno, temi di provare emozione positive come l'eccitazione, felicità o tranquillità. La paura di provare felicità, potrebbe avere al suo interno, un nucleo molto complesso e doloroso. Spesso vi è stata un'educazione o traumi che pongono le loro basi in meccanismi di compensazione e timore che qualcosa di brutto debba per forza accadere. La cherofobia non è attualmente un disturbo ufficialmente riconosciuto dal DSM-5, piuttosto è da intendere come un atteggiamento presente in una vasta gamma di condizioni e disordini mentali. Nonostante non sia riconosciuto come vero e proprio disturbo, gli esperti del settore la ritengono una forma d'ansia, la quale è collegata alla partecipazione a situazioni che dovrebbero recare felicità alla persona.
Molto spesso questo tipo di ansia è collegata a una connessione tra la punizione reale o magico-presunta. In particolare potrebbe essere causato da traumi (infantili) legati per l'appunto a umiliazioni e\o punizioni che hanno bloccato la gioia e la felicità di quel preciso istante. Si crea così, un meccanismo malsano di azione e reazione, che nella mente suona così: "Se ti senti felice in qualche momento può arrivare la punizione per qualcosa che hai fatto, attenzione a essere troppo felice!". Uno stato di serenità e tranquillità può essere vissuto come una condizione di vulnerabilità e che dunque richiede l'attivazione di preoccupazioni e talvolta vere e proprie paranoie tese a prevenire pericoli e minacce.
Sappiamo quanto sia arduo raggiungere e mantenere la propria felicità individuale, ma dovrebbe essere qualcosa che ogni individuo dovrebbe nella propria vita raggiungere. L'essere umano, essendo tale, deve ambire al raggiungimento di tale stato d'animo in modo da rendere la propria vita, seppur in piccoli momenti, migliore e vivibile.
Un dubbio a questo punto ci sovviene, una domanda che dovrebbero porsi tutti è: cos'è per me la felicità? E come posso raggiungerla?
Aspettiamo una tua risposta...