La festa del papà è una ricorrenza civile diffusa del mondo e la sua data di celebrazione varia da Paese a Paese. In alcuni Paesi di tradizione cattolica, come l’Italia, la festa del papà viene festeggiata il giorno di San Giuseppe, il 19 marzo.
Nel 1865 il vocabolario dei sinonimi della lingua italiana di Pietro Fanfani definiva in maniera diversa i termini di padre, babbo e papà, infatti: “Padre è la voce vera e nobile.- Babbo è voce da fanciulli. -Papà è una leziosaggine francese che suona nelle bocche di quegli sciocchi, i quali si pensano di mostrarsi più compiti scimmiottando gli stranieri”. Adesso, invece, le differenze nei singoli termini si sono assottigliate, tanto da potersi interscambiare con pochissima differenza di significato. Così come la terminologia, anche il ruolo paterno è cambiato nel tempo: non è più considerato solo come una figura autoritaria, che interagiva poco con i figli e che educava impartendo regole e/o punizioni in maniera severa a cui difficilmente si poteva controbattere. Certamente, non era semplicisticamente solo questo quello che il padre faceva all’interno della famiglia e quello che era il suo ruolo nell’educazione dei figli ma, sicuramente oggi segue un modello di padre “evolutivo” che si confronta con la madre, accompagna il figlio nella crescita, gioca con lui e dispensa consigli ma è anche capace di dire “no” quando è necessario.
Il padre, papà o babbo di oggi, è quello che accompagna il proprio figlio nelle scoperte, che lo aiuta quando cade a rimettersi in piedi e che si mette accanto a lui, senza impedirgli di fare le cose ma permettendogli di mettersi alla prova, di sperimentare le sue potenzialità. Stare accanto al proprio figlio, fornirgli una sicurezza che lo guidi anche quando non si è con lui e “stare/essere” dalla sua parte, cercando di insegnargli che fallire è umano e possibile ma che è anche importante continuare a provare se si fallisce e non mollare alle prime difficoltà.
Viviamo in un momento storico e sociale ricco di potenzialità, risorse e persone con cui poterci confrontare e condividere esperienze così da imparare a provare ad essere pronti a quello che è il nuovo percorso dell’essere “padre”. Non essendoci un “manuale per essere un genitore perfetto”, bisognerà imparare a comunicare con il proprio figlio/a e con il proprio compagno/a in maniera efficace; quando si affronta un problema, prendere in considerazione il contesto, trovare le strategie e risorse utili per risolvere la situazione e in caso, saper chiedere aiuto se non si riesce a capire come agire al meglio. Ricordando che durante il percorso di vita si è sempre stati figli e capiterà di essere genitori per la prima volta e quindi di pensare al proprio modello familiare che si ha avuto e decidere se si vuole, adesso, seguire lo stesso identico per il proprio figlio oppure adottare un modello nuovo da costruire insieme al proprio compagno/a per crescere ed educare il proprio figlio/a.
Proprio come viene insegnato ai figli che errare è umano e possibile, anche per i genitori sarà possibile sbagliare e avere bisogno di una mano per rialzarsi. Noi equipe di SOSBenesserePsicologico consigliamo ai nuovi “papà” o più in generale ai nuovi genitori, di prendere in considerazione anche il rivolgersi a figure professionali specializzate, se si cerca di risolvere disagi o tematiche particolari che non si riescono ad affrontare o risolvere con i propri figli.